martedì 13 ottobre 2009

Berlusconi: non ci sarà un altro ‘94

“Porteremo a termine il mandato che ci hanno affidato gli elettori. Cercano di fare come nel ‘94, ma non ci riusciranno”. Lo ha assicurato il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi dal palco del Palatedeschi di Benevento, dove ha chiuso la Festa della libertà.

Il premier denuncia lo “spirito anti italiano” da parte di molti giornali stranieri che gettano fango sul Presidente del Consiglio e quindi sull’Italia e perfino sui nostri prodotti all'estero “proprio quando invece bisognerebbe dare dell'Italia un'immagine bella, forte e pura e non certo inquinata da tutto ciò che si dice sulla stampa in queste ultime settimane”. Berlusconi annuncia l’esito degli ultimi sondaggi che gli attribuiscono un gradimento del 68%: da parte di “un'Italia vera, buona, generosa e audace che si manifesta con spirito di abnegazione, a partire dal miracolo in Abruzzo”.

Quanto ai prossimi obiettivi, annuncia: “Andiamo avanti con la riforma della giustizia, a partire dalla separazione dei pm dai giudici”. E assicura: “Dobbiamo trovare il modo di riportare il nostro Paese sulla strada di una vera e compiuta democrazia e libertà, dando la possibilità e l'assoluta certezza ai cittadini di eleggere coloro da cui vogliono essere governati e consentire così di governare il Paese per una intera legislatura”. Il Presidente del Consiglio parla anche della Corte Costituzionale che, sottolinea, è “composta da 11 giudici di sinistra” e, assicura, “una situazione del genere” non si ripeterà mai più.
“In moltissime democrazie - spiega - non c’è bisogno della norma contenuta nel Lodo Alfano, perchè in Francia e in Inghilterra i pm non sono autonomi e indipendenti nel più alto arbitrio ma sono sottoposti al ministro della Giustizia e all'esecutivo”.

Il Presidente del Consiglio ricorda lo scenario politico del 1993, quando “l'intervento della magistratura fece fuori tutti i partiti e tutti i protagonisti di quei partiti furono costretti a lasciare, qualcuno anche l'Italia” e quello del 1994, quando, premier al primo mandato, fu costretto a dimettersi dopo un avviso di garanzia recapitato quasi a mezzo stampa.“Stanno cercando ora di fare la stessa cosa ma state sereni che non accadrà”. Perché, rispetto ad allora, oggi di diverso “c'è il fatto che abbiamo il consenso del 68% degli italiani e il fatto che abbiamo il Popolo della libertà: insomma di diverso ci siamo noi”.

Berlusconi affronta anche il tema delle intercettazioni: “In una democrazia, la privacy e la riservatezza sono un bene primario di ogni cittadino. In Italia questo diritto non è tutelato, anzi è quasi calpestato e le intercettazioni sono una patologia tutta nostra. Per questo motivo -conferma- stiamo lavorando ad una riforma con la quale permetteremo le intercettazioni solo in presenza di reati gravi”.

Poi annuncia anche un piano “per realizzare in meno di due anni prigioni civili per 20 mila posti, così torneremo ad essere un Paese civile”. E fa partire un’altra stoccata verso i giudici: “Quando il premier si rivolge alla magistratura perchè gli hanno dato del ‘buffone’ la magistratura dice che è stata una goliardata. Anche per questo occorre chiarire i rapporti tra i giudici e le istituzioni”.

Berlusconi ribadisce la gravità della campagna diffamatoria contro di lui, in cui “c’è anche il ritorno ad un possibile coinvolgimento a fatti di mafia di venti e passa anni fa, con una perdita di immagine all'estero attraverso l'imbeccamento di tutti i giornali internazionali”. Eppure, evidenzia, “nessun governo nella storia della Repubblica italiana ha mai fatto tanto come questo nel contrasto alla mafia. Ho detto a Maroni che passerà alla storia se sconfiggerà quella patologia dell'Italia che ci perseguita da sempre”.

Molto approfondito il passaggio che riguarda la recente pronuncia del tribunale di Milano sul Lodo Mondadori: “L'editore di giornali come Repubblica e L’Espresso ha aperto una campagna di attacco al premier, magari nella consapevolezza di avere un’azione civile in corso, affidata ad un giudice del quale se ne sentiranno venire fuori delle belle. Pensava di indebolire il premier con una character assassination in pieno svolgimento ancora adesso”.

Da qui, il riferimento al Pd: “Ci troviamo di fronte a un’opposizione che non si sa più che cosa sia. Di certo non corrisponde al suo nome, Partito democratico. Non credono nei valori della democrazia né credono che i cittadini possano indicare coloro che devono governare. Pensano che il popolo sia un bue narcotizzato dalle tv e che il governo debba essere portato avanti dall'elite. È un partito che vide come leader outsider e carismatico l'editore di giornali come Repubblica e L’Espresso”. Insomma, “sono ancora i vecchi comunisti di sempre”.

Infine Berlusconi parla anche della svolta verso nuove fonti energetiche e di come è stata gestita l’emergenza rifiuti in Campania, criticando gli ambientalisti: “Dobbiamo dire grazie agli ecologisti ossessivi della sinistra che hanno voluto che si distruggesse qualunque possibilità di andare avanti con l'energia nucleare”.

E conclude ricordando che “l'emergenza a Napoli e provincia è stata risolta anche grazie all'entrata in funzione dell'inceneritore di Acerra”.

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